Scopri i Campi Flegrei grazie alle visite guidate di Archeologia a Napoli; sarai accompagnato da un archeologo professionista che ti condurrà tra i luoghi del mito, attraverso la storia di una terra nella quale affondano le radici più profonde della cultura occidentale, dove storia, paesaggio e mito si fondono insieme, dove ogni prodotto, ogni scorcio, ogni pietra raccontano di un grandioso passato, della convivenza con una natura tanto generosa quanto rischiosa, di condottieri, imperatori, ricchi aristocratici, poeti, scrittori, imprenditori, operosi artigiani, amori, delitti e grandi banchetti.
Visitare i Campi Flegrei significa viaggiare nel passato, un’esperienza unica in un luogo che possiede, concentrate in un territorio di pochi chilometri quadrati (l’intera area flegrea ha una superficie di 7.350 acri con un diametro massimo di 17 km), 25 siti archeologici, testimonianze fra le più prestigiose della storia di tutti i tempi, ma anche un ambiente geologico e marino di inestimabile valore.
La grande caldera, formatasi a seguito di due grandi eruzioni avvenute 39000 e 15000 anni fa, mostra oltre venti crateri, originati da eruzioni di tipo esplosivo ed è caratterizzata da continui fenomeni di vulcanesimo secondario quali solfatare, bradisismo, vapori termali, sorgenti d’acqua.
Si tratta di una delle più importanti aree di vulcanesimo attivo al mondo; lo stesso nome greco Flegraion pedìon (piana ardente), riferito da Strabone nella Geografia, lascia intendere come gli antichi abbiano conosciuto i fenomeni vulcanici caratteristici dell’area.
La violenza della natura ispirò immagini fantastiche e nel suolo scosso da fenomeni vulcanici vennero collocate creature misteriose come la Sibilla, i Cimmeri e i Giganti imprigionati nelle viscere della terra dove li avevano cacciati gli dei dell’Olimpo, caratterizzando questa terra dalla ricchezza straordinaria, come l’accesso ad un mondo sotterraneo e infernale che trasborda riversando le sue acque e i suoi prodotti in superficie e generando le risorse che hanno tanto attratto l’uomo in questi luoghi da farlo convivere con i vulcani.
Pozzuoli, il principale porto di Roma nei primi secoli dell’impero, era famosa tra gli antichi come pusilla Roma (piccola Roma), poiché, nonostante le ridotte dimensioni, appariva come una grandiosa città, pullulante di genti provenienti da tutto il Mediterraneo. Due anfiteatri, il complesso termale noto come Tempio di Nettuno, il Macellum (tempio di Serapide), lo stadio, sono alcuni dei monumentali resti della città che affiorano imponenti nel moderno tessuto urbano.
Baiae fu il luogo prescelto dagli aristocratici romani per la “villeggiatura”, ambito dalle più eminenti personalità e preferito dagli imperatori per la salubrità del clima e per le proprietà terapeutiche delle sue acque termali. La natura vulcanica dell’area che, grazie allo sfruttamento delle risorse termali, rese immortale Baia, ne segnò la fine a causa del bradisismo.
Cuma, prima colonia greca d’Occidente, la cui rocca giganteggia sulla piana, è uno dei siti archeologici più importanti e spettacolari del golfo. L’aura mitica dei versi virgiliani pervade le rovine dell’antica città e quasi si materializza nell’antro della Sibilla, uno dei luoghi più suggestivi al mondo.
Una galleria artificiale di epoca greca, forse risalente al sec. IV a.C., alta circa m. 5 e lunga oltre 130. Il fascino deriva dal fatto che il luogo venga identificato come l’antro all'interno del quale la Sibilla Cumana pronunciava i suoi oracoli.
L’epoca romana fece dei Campi Flegrei un luogo di straordinaria rilevanza dal punto di vista militare e strategico, dove furono impiantate infrastrutture imponenti che tramandano il sapere tecnologico e ingegneristico dei Romani, come ad esempio la grandiosa cisterna di Bacoli, la cd Piscina Mirabilis, che serviva ad approvvigionare Classis Misenensis, la principale flotta di Roma di stanza a Miseno.
Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei è allestito nella suggestiva cornice del Castello aragonese di Baia, da cui si domina l’intero golfo di Pozzuoli. Il sito fu sede della villa di Cesare, di cui si conservano preziosi resti nella Torre del Cavaliere, la parte più antica del castello. Il museo recentemente arricchito da 47 sale, conserva manufatti provenienti dall’area flegrea che vanno dalla preistoria sin all’età romana.
La colonia ‘marittima’ di Liternum fu fondata, insieme a Volturnum e Puteoli, nel 194 a.C.: ad Literni ostium, sulla sponda sinistra della Literna palus, odierno Lago Patria, che in antico costituiva lo sbocco a mare del Clanis.
La città è nota alle fonti per aver ospitato il grande vincitore di Zama, Scipione l’Africano che si ritirò a vita privata in un fundus con annessa villa, descritta da Seneca che la eleva a modello di sobrietà. L’eroe qui trovò poi sepoltura, nel 183 a.C., all’interno di un mausoleo sovrastato da una statua divelta nel corso di una tempesta.
Vi proponiamo alcuni tour di una giornata accompagnati da un archeologo professionista alla scoperta dei questa fantastica terra tra storia, mare e vulcani.
La mattina sarà dedicata al Museo Archeologico dei Campi Flegrei e alla Piscina Mirabilis.
Il Museo Archeologico dei Campi Flegrei è allestito nella suggestiva cornice del Castello aragonese di Baia e, recentemente arricchito da 47 sale, conserva manufatti provenienti dall’area flegrea che vanno dalla preistoria sino all’età romana.
A seguire, raggiungeremo la Piscina Mirabilis, la più grande cisterna romana d’acqua potabile ad oggi nota. Era finalizzata a fornire d’acqua la flotta dell’Impero Romano ormeggiato al porto di Miseno, con una capacità di mc 12.000 ed una profondità di m 15; scavata nel tufo, è ricoperta da una volta a botte sorretta da 48 pilastri.
Spostamento presso Miseno. Pranzo in spiaggia.
Nel primo pomeriggio, passeggiata guidata al piccolo porto di Miseno: il nome, derivato dal latino sinus militum, viene citato da Virgilio a ricordo di Miseno, il trombettiere di Enea, qui leggendariamente sepolto dopo aver sfidato Tritone.
A Miseno vedremo il Sacello degli Augustali, edificio adibito ai riti di culto degli imperatori, curati dai Sacerdotes Augustales. I suoi resti sono attualmente in parte sommersi a causa dei fenomeni di bradisismo che tuttora caratterizzano l’intera zona flegrea.
Nel pomeriggio si visiterà Cuma, cominciando con il cosiddetto Antro della Sibilla, una suggestiva galleria artificiale di epoca greca, forse risalente al sec. IV a.C., alta circa m. 5 e lunga oltre 130. Il fascino deriva dal fatto che il luogo venga identificato come l’antro all'interno del quale la Sibilla Cumana pronunciava i suoi oracoli.
Proseguiremo con il Tempio di Apollo, posto sul Monte di Cuma che domina la costa e l’antica “città bassa”. L'edificio si sovrappone ad un tempio più antico, di età greca o del primo periodo sannitico; in età augustea venne ampliato per volere dello stesso imperatore che volle rinnovare i luoghi ricordati nell'Eneide: Virgilio infatti racconta che Enea raggiunse questo tempio, edificato dal mitico architetto cretese, Dedalo.