La villa romana occupa una superficie edificata di almeno 3650 mq.
Essa è costituita da due nuclei distinti uno, del I secolo a.C., che discende dalla tipologia della casa ad atrio, decorato da bellissime pitture in “stile architettonico” (II stile) e l’altro, di età neroniana, incentrato sulla piscina (“natatio”).
Le testimonianze più sensazionali sono costituite dalle pitture scenografiche di II stile dipinte sulle pareti dell’atrio, del cubicolo, del triclinio e di un salotto (“diaeta”) prospiciente il giardino. Il ritrovamento di un’anfora iberica recante l’iscrizione “Secundo Poppeae”, ovvero “a Secundus, liberto di Poppea”, ha fatto ipotizzare che la villa potesse essere di proprietà della famiglia di Poppea, seconda moglie di Nerone.
L’ipotesi potrebbe essere confermata da un grande graffito presente sulla parete di un corridoio di servizio: si legge a lettere greche “si ricordi Beryllos” con riferimento al primo precettore di Nerone che, come Poppea, nutriva sentimenti filogiudaici in contrasto con le idee dell’imperatore. È possibile che Nerone, in visita a Pompei dopo il terremoto del 62 d.C., abbia soggiornato in questa lussuosa villa.
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